quarta-feira, 28 de setembro de 2011

Checco Zalone raccontato dai suoi. A Capurso incontriamo parenti, amici, prete e fidanzata hahah.

Dalla Puglia con furore, Checco Zalone è sempre più fenomeno. Che bella giornata sgretola i record d’incassi di Avatar e Harry Potter (oltre 18 milioni nei primi cinque giorni al cinema) ed eccoci nella terra del comico che unisce l’Italia. Capurso, 15 mila abitant i protetti dalla miracolosa Madonna del Pozzo, con festa grande alla fine d’agosto, è famosa anche per imerletti e le zuccherose cartellate. Qui Luca Pasquale Medici – questo il nome all’anagrafe – diventò Checco Zalone grazie a un’amica. Ai tempi delle esibizioni in pizzeria per 70 euro a sera, quando imitava il classico cantante neomelodico napoletano, lei sbottò: «Ma che cozzalone sei!». Vale a dire,daqueste parti, tamarro.E nome d’arte fu.
Papà Alessandro racconta: «Con la musica Luca ha cominciato da ragazzino. Io suonavo le tastiere in un gruppo locale. Lui stava sempre tra i piedi, non ci lasciava mai in pace. Era passione vera. Avrebbe voluto fare il Conservatorio, ma io gli dicevo: “Figlio mio, con l’arte non si campa!”. Per fortuna mi sbagliavo».
Bartolomeo Viele, professore di Lettere alle medie, mostra la foto della classe 3A con il futuro Checco: «Era un alunno vivace e versatile, certo non secchione. Ci rimase malissimo quando una ragazzina gli ruppe in testa una chitarra cui teneva molto». «Per forza, l’avevamo pagata 500 mila lire!», ricorda papà Medici. «Comunque Luca, la sua laurea in Legge l’ha presa». L’energica zia Rachele sbraita amorevolmente: «Doveva fare il magistrato, ma proprio il giorno del concorso non si presentò. L’avevano chiamato a Zelig e la sera partì per Milano… Ora, tra fa u’ magistratu e fa u’ pagliacciu c’è differenza!». Checco corregge: dice che in realtà il concorso era da vice ispettore,e comunque lui avrebbe preferito una carriera da avvocato penalista («a Bari si guadagna eh!»). Ma il destino, aiutato dal talento e da quelli che lui chiama «colpi di c…», dispone diversamente.
Tra pianobar e serate sparse, finisce nella locale Telenorba con Gennaro Nunziante, ora regista dei suoi film. E da lì allo Zelig lab del celebre locale milanese. Sotto la Madonnina, lo ospita l’ex compagno di scuola Ettore Iurilli. Che, con il fratello di Luca, racconta divertito: «Prendeva i profilattici al padre, rappresentante di prodotti farmaceutici, e li portava in classe dicendo che li aveva testati. Era uno scherzo, una cosa così, tanto per far vedere quale tesoro possedesse. Ma non ci faceva niente».
All’epoca, lo scoppiettante Luca aveva una fidanzatina cui era affezionatissimo. «Si chiamava Antonella», racconta Francesco Pontrelli, del bar davanti alla parrocchia. «Era una del nostro gruppo, camminavano mano nella mano tra gelati e patatine. Noi giocavamo a calciobalilla e biliardo, con la chiesa c’entravamo un po’ meno. Sa, Luca non risparmiava nessuno. Né don Franco né la nostra miracolosa Madonnina. L’imitazione del parroco era da scompisciarsi dalle risate». E allora cerchiamo don Franco Ardito, settantacinquenne arciprete. Ha appena finito di celebrare un funerale e, conosciuta la storiella, scappa da ridere anche a noi. «Luca frequenta la chiesa?», chiediamo. «Da ragazzino era sempre qui. E ha fatto il chierichetto, certo, anche perché gli abiti erano bellissimi, tutti rossi. Partecipava al coro e ai recital, facevamo le gitarelle e siamo andati in pellegrinaggio dal Papa. L’ultima volta l’ho visto due anni fa, è venuto con un amico». Perdoni, don Franco: Checco le ha di recente parlato di matrimonio? Sorride: «No, non è ancora venuto a dirmi di questo. Ma io l’aspetto. Tutti aspettiamo quest’altra festa grande».
Sull’argomento, Checco ci scherza sempre su. «Mariangela si vuole sposare, avere dei figli », ha dichiarato. «Lei è protestante evangelica, io cattolico: pensavo bastasse questo per scampare il pericolo, poi ho saputo che il matrimonio misto è permesso». Mariangela Eboli da Triggiano, un paese a pochi chilometri da qui, l’ha conosciuto quando faceva il cantante di pianobar: lei intonava Mina e Aretha Franklin, lui suonava. Si sono messi insieme dopo cinque mesi. La ragazza,un bel viso spiritoso e solare, occhi scintillanti, racconta alle telecamere di Sky: «Era il 2005. Ci siamo incontrati a gennaio, in estate Luca ha cominciato con i laboratori di Zelig, a settembre lo hanno chiamato per il provino. Perciò collega la nostra storia alla sua fortuna». Pausa, ride. Si sa che Zalone la vuole sempre con sé, insieme, ora vivono nella casa di via Epifania, un salotto, due camere, cucina e un grande balcone. Riprende Mariangela detta «Mari », scherzando ma non troppo: «L’amore mio non mi lascerà mai, sennò tutto questo finisce, puf!». E accarezza l’anulare sinistro, ancora senza fede. Checco annuisce. Eppoi la fidanzata, con brevi apparizioni in Cado dalle nubi e in Che bella giornata, è un’infallibile consigliera. «Le faccio vedere le cose nuove che invento», racconta Checco. «Se le fanno schifo avranno successo, e viceversa. Così è stato con il tormentone Siamo una squadra fortissimi».
“E’ UN TIPO ANSIOSO”
La mamma, signoraAntonietta Capobianco, è impiegata in una scuola di Triggiano. Ha altri due figli: Fabio, assistente di volo alla Ryanair, e Francesco, che ha seguito il fratello celebre alla Taodue, casa di produzione del film. Vive con il resto della famiglia in una villetta. Di lei Checco dice: «Si lamenta per le parolacce. L’ho trovata che piangeva dopo uno spettacolo in cui prendevo in giro la Madonna del Pozzo. Poi ci ha pensato Fiorello a farla piangere: durante il suo show allo stadio di Bari,mi ha elogiato davanti a 10mila persone. Mia madre era con me e non riusciva a fermare le lacrime». Al bar ricordano che, quando Luca giocava nei pulcini del Capurso, ebbe contro il futuro campione Cassano e lui lo umiliò con i pulcini del Bari. Raccontano del suo impegno per i bambini leucemici sostenuti dall’Agebeo. E di come l’illustre compaesano abbia preso a fumare parecchio: è un tipo serio, preciso, perciò ansioso. «Sta vivendo il successo con qualche preoccupazione, è come se avesse paura di sbagliare qualcosa», dice il prof delle medie. Da qui il desiderio di sparire con la sua Mari per un lungo viaggio all’estero. E lasciare che gli esperti dibattano sul successo del film. Sarà di destra? Di sinistra? Di centro? E perché straccia i cinepanettoni? La volgarità gratuita ha stancato? Certo che sì.
Ma Checco, che i dibattiti li odia, vorrebbe solo esercitare il più difficile dei mestieri: far ridere. Ed evitare la deriva del comico guru. Che la Madonna del Pozzo ce lo conservi così.

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